Poesia del giorno: Alessio Caccavale
BUCOLICHE BRIANZOLE
Ho seminato un seme nell’asfalto,
ne è uscito l’albero più nobile,
alto, affascinante, attraente.
L’ho coltivato nell’autunno infame,
prima contadino semplice ed umile,
servo della gleba di questo angolo di bitume.
Poi mi sono affezionato, e d’inverno
ne sono diventato amico ed ho cercato
di forgiarlo perché resistesse alle intemperie,
per il busto che vedevo crescere instabile e fragile.
In primavera la grandiosità intuita,
si è espressa micidialmente con dei rami
maestosi, rigogliosi e pericolosi.
Ed io da contadino-amico, sono diventato
Amante. Come fossi cresciuto anche io.
Io ti innaffiavo e tu mi ossigenavi.
Allora ho deciso di farne un bosco,
perché le piante tutte
ti guardassero invidiose.
Di colpo tutto svanito.
Tu appassito e comunque bellissimo,
sei tornato seme e sfuggito dalle mie mani.
Ed io abituato a respirare le tue foglie,
mi sono ritrovato di nuovo schiavo del nulla.
-Era asfalto, imbecille-
E così detto, ho riposto gli attrezzi.
Ed ho ripreso la mia strada…
O meglio la strada…e trovo una scitta
Tiamo.
E’ unito, senza te amore non c’è.
Ho tentato di staccare i due termini, che dolore.
Tossisco molto perché i bei discorsi sono finiti,
e la mia anima si rifiuta di parlare…
dominata dal cervello, stanco per le fatiche.
Tiamo. Vorrei staccare i due termini e invece no.
A casa dormo per non pensare,
Aspetto il momento per riposare
ed appena trovato, ansimo per svegliarmi,
sudato,nelle stesse coperte in cui abbiamo fatto l’amore.
Ma non è sudore adesso, sono stille di dolore
che le mie iridi secche non sgorgano più.
Tutto il corpo allora si dispera.
Lì per la prima volta mi hai chiamato con il mio nome.
Non ero più personaggio ero uomo.
E quando mi hai sfinito, hai steso me in persona.
E lo sapevi. Prima di mancare indosserò
un naso rosso e cercherò di farti ridere.
Perché anche nell’ultimo attimo
non sarò riuscito a separare le due cose.