Poesia del giorno: Marina Minet
Sfondi (IV) (in)versi
Ricordo di una stanza impervia
E di una fibra gialla fra le mani
– abbandonata -
Che spinse la memoria ai greggi stati
Caldo impiglio poi indossati
Un tavolo murato, ricettario
Pretenzioso all’esile preghiera
Tabulava consolando
L’urgenza d’impropri risvegli.
Due biro scarso inchiostro
E un verso nato in causa
D’ostili piegamenti all’invadenza
Le mura in lamentela
Riverite soglia
Scortavano l’effluvio dell’incanto;
E l’eccedenza puerile:
Grondante e scialacquante delta
Scolpiva la nozione da cucire
Scarmigliando a filo teso
L’ansia attecchita d’opinione
Un calendario pensile, ingiallito
E a nudo il grezzo autunno insofferente
Col sole stemperato
Sfregava brusco al miele la colata
Gustai la migrazione del cremisi
La fitta molesta – l’inverno impensabile
Scultura a sapersi sbiadendo:
Plasmava pazientando
Il senso ucciso
Che apprese l’insapore
4 commenti:
A voi Marina Minet ed i suoi versi onirici.Decisamente suggestivi,anche se non facili.Ricordo nella sezione Download l'mp3 di "Lamentazioni di uno zingaro" ed annuncio che la prossima settimana il blog si dedicherà alla poesia antica:ogni giorno versi su amore,vino e morte tratti dall'Antologia Palatina.Di tanto in tanto fa bene uno sguardo al passato.
Buona giornata signori e signorine.
Straordinaria Minet, e viva gli epigrammi!
Evviva le donne evviva il buon vino
"[...]l'amore ancora nessuno ha capito se rende felici,tristi o pagliacci."
Matteo, hai tirato fuori da quel cilindro lustro che hai dentro al petto le parole migliori
un inchino
L
belle parole.. difficile la comprensione.
comunque complimenti per il lessico, molto vario e ricercato.
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