lunedì 30 aprile 2007

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti
che la strada sia lunga e fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento fermo
guida il tuo spirito e il tuo corpo.In Ciclopi e Lestrigoni, non certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti
- finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:negli empori fenici indugia e
acquista madreperle coralli ebano e ambretutta merce fina,
anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;fa che duri a lungo,per anni,
e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,senza di lei mai ti saresti messo in viaggio:
che cos'altro ti aspetti?E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantinos Kavafis, Cinquantacinque poesie, Einaudi, Torino.

domenica 29 aprile 2007

Orfeo ed Euridice

Fu quando baciai la prima volta
il tuo sorriso tra i glicini
che sentii il lago del cuore
estendersi tenero come mai
prima.
Eravamo lì,
tra il non più e il non ancora,
racchiusi nel cristallo con
le nostre parole.
Era il nostro tempo
tra il non più e il non ancora,
il tempo degli dei e
degli amanti,
il tempo dell’ambrosia
che non è tempo ma
incanto.
Poi tutto crollò ed io
pazzo di
nostalgia schiavo di
miraggi
scesi tra i morti a riprenderti,
mi fu detto di non guardarti
fino a che non avremmo intravisto
l’oro del sole,
ma nel voltarmi per rivederti
il sorriso svanisti
come un sogno al mattino.
Ti persi di nuovo e
con un dolore negli occhi
che non è dolore ma
morte
vago da mille e mille anni
per il mondo e
cerco nell’acqua
ogni parola che hai detto,
nel vento una ciocca dei tuoi
capelli,
nel profumo delle sere d’estate
il tuo primo sorriso.
Per me.