giovedì 31 maggio 2007

Poesia del giorno: Alessio Caccavale

BUCOLICHE BRIANZOLE


Ho seminato un seme nell’asfalto,
ne è uscito l’albero più nobile,
alto, affascinante, attraente.
L’ho coltivato nell’autunno infame,
prima contadino semplice ed umile,
servo della gleba di questo angolo di bitume.
Poi mi sono affezionato, e d’inverno
ne sono diventato amico ed ho cercato
di forgiarlo perché resistesse alle intemperie,
per il busto che vedevo crescere instabile e fragile.
In primavera la grandiosità intuita,
si è espressa micidialmente con dei rami
maestosi, rigogliosi e pericolosi.
Ed io da contadino-amico, sono diventato
Amante. Come fossi cresciuto anche io.
Io ti innaffiavo e tu mi ossigenavi.
Allora ho deciso di farne un bosco,
perché le piante tutte
ti guardassero invidiose.
Di colpo tutto svanito.
Tu appassito e comunque bellissimo,
sei tornato seme e sfuggito dalle mie mani.
Ed io abituato a respirare le tue foglie,
mi sono ritrovato di nuovo schiavo del nulla.
-Era asfalto, imbecille-
E così detto, ho riposto gli attrezzi.
Ed ho ripreso la mia strada…
O meglio la strada…e trovo una scitta
Tiamo.
E’ unito, senza te amore non c’è.
Ho tentato di staccare i due termini, che dolore.
Tossisco molto perché i bei discorsi sono finiti,
e la mia anima si rifiuta di parlare…
dominata dal cervello, stanco per le fatiche.
Tiamo. Vorrei staccare i due termini e invece no.
A casa dormo per non pensare,
Aspetto il momento per riposare
ed appena trovato, ansimo per svegliarmi,
sudato,nelle stesse coperte in cui abbiamo fatto l’amore.
Ma non è sudore adesso, sono stille di dolore
che le mie iridi secche non sgorgano più.
Tutto il corpo allora si dispera.
Lì per la prima volta mi hai chiamato con il mio nome.
Non ero più personaggio ero uomo.
E quando mi hai sfinito, hai steso me in persona.
E lo sapevi. Prima di mancare indosserò
un naso rosso e cercherò di farti ridere.
Perché anche nell’ultimo attimo
non sarò riuscito a separare le due cose.

mercoledì 30 maggio 2007

Poesia del giorno: Davide da "Immaginario Collettivo"

VALE



Il chiarore del sole

Stamane mi sorride

È debole e pallido,

un inizio autunnale…

… è un bel giorno oggi,

per cominciare a sognare

e sulla strada del ritorno

ripenso a te… Vale!



nuvolaargentea, alias dario daventi, alias davide canzi

martedì 29 maggio 2007

Poesia del giorno: John Sbranza

Luccicone

Cade(...)
veloce e maledetta
come la fame nuda dopo l'eroina...!
+o- quello che avrà fatto
con l'iride belloccio
la mia “pinella”da tabacco
Ci metto le mani
la paura
l'esperienza
ma non riesco a strapparla!
mi urta
mi strappa
mi spezza
ma non riesco ad estirparla!
Senza peccati o solitudini
puoi conviverci di giorno...
-la notte invece-

si piange comunque!

lunedì 28 maggio 2007

Poesia del giorno:da "Budapest"

Carne inutile


La gente a Budapest è impazzita,
si tiene per mano!
Spose e pagliacci, nani e ballerine dalle cosce brillanti,
tutti a braccetto.
Un gigante al violino
mi fa l’occhiolino,
lungo il fiume bruciano cataste di vite in croce.
La donna cannone in trionfo
per piazza degli Eroi!
Io mi sa che non c’entro più niente,
sono poco adeguato.
Allora me ne scappo dai viali eleganti,
torno a casa, indosso il mio abito migliore
e rovisto nella memoria.
I ricordi riempiono il posacenere.
Ansia.
E’ la tua assenza,
capolavoro della mia mente
cagna e sbagliata.
La disgrazia (proprio quella lì) mi scivola sul viso.
Mi strappa le unghie dalle mani,
mi stupra la faccia.
Accarezzami bicchiere,
baciami ghiaccio,
amore animale
strafatto di whiskey.
Succhiami bottiglia,
rosa delicata guariscimi,
sfumature tenui
dei suoi occhi belli
(che non posso più guardare)
vi prego
scopatemi.
Puttane di periferia,
incanto dei sensi del cazzo,
bruciate incensi
in suo onore!
Ho muri come amici,
fantasmi come
amanti sfrenate
della carne inutile e del mio
cuore d'autunno.
(Solo lui vuole smettere,
lo capisco).

Guardatemi fratelli,
il peggio è la poesia,
salvatela.

domenica 27 maggio 2007

La domenica poesia d'autore: Salvatore Quasimodo

E la tua veste è bianca


Piegato hai il capo e mi guardi;
e la tua veste è bianca,
e un seno affiora dalla trina
sciolta sull'omero sinistro.

Mi supera la luce; trema,
e tocca le tue braccia nude.

Ti rivedo. Parole
avevi chiuse e rapide,
che metteveno cuore
nel peso d'una vita
che sapeva di circo.

Profonda la strada
su cui scendeva il vento
certe notti di marzo,
e ci svegliava ignoti
come la prima volta.

sabato 26 maggio 2007

Poesia del giorno:da "Budapest"

La verità sta nel Santo e nell'Insonne.Continuazione.

Petalo di fango immacolato,
ricorda però.
Se mi prendo cura di te
è solo per continuare a
perdermi
nella piccola ma
eterna
metafisica
dei suoi occhi chiari
e dei
suoi gesti
tristi.

venerdì 25 maggio 2007

Poesia del giorno:dai Garage,Daniele Milione

UN COMICO

Se non ho più un posto che assomigli a me
Resto solo..al mio posto..e muoio vergine
E non c’è droga di cortesia
Che faccia per me un’altra magia
Concessa all’istante..

Hai qui il tuo comico
Pronto all’uso
Rassegnato
Condannato a stare nel suo show
Perché il pubblico
Gli ha già messo l’abito giusto
E anche se sta stretto
Ormai ce l’ha addosso
E lo chiamano il Pierrot.

Riempirò di stracci la mia vita
E so che non vorrai più entrarci
Perché un comico da amare
È un ruolo un po’ scomodo
E se nell’armadio ha il suo scheletro
Che lo lasci chiuso!

Hai qui il tuo comico
Pronto all’uso
Calpestato
Condannato a stare nel suo show
Perché il pubblico
Gli ha già messo l’abito giusto
E anche se sta stretto
Ormai ce l’ha addosso
Come un tatuaggio
Che mi sporca il cuore
E non fa ridere
Che mi sporca il cuore…

giovedì 24 maggio 2007

Poesia del giorno:da "Budapest"

Un crimine


Buongiorno, disse,
aprendo di gioia le braccia al suo cielo.
E la meraviglia di
ritrovare il miele del mondo
(gli occhi di lui incastrati nella poesia di lei)
le addolcì di più ancora la voce
fresca della giovinezza.
Ma nemmeno il tempo di baciare
il primo fiore del mattino che
arrivarono le guardie e la tolsero al sole
e alle carezze dell’amore.
Lui invano si disperò e
i capelli si strappò.
Che ancora gli sorrideva
la portarono via,
incriminata di tentata poesia.
Mai più al suo fianco lui
si addormentò,
e ormai vecchio
nel ricordarla un giorno di marzo
lacrimando spirò.

mercoledì 23 maggio 2007

Poesia del giorno: Sergio Arturo Calonego,lo Zio Fiesta

Rimini


C'era una volta il sole
che voleva far l'amore con luna
ma per sfortuna doveva illuminare
E lei,signor droghiere che è saggio
me lo dica se non è coraggio,
entrò in una trattoria per cercare la via.
Dopo aver mangiato e bevuto colse margherite
ma regalò una rosa
alla luna, quel giorno sua sposa
e da quel giorno lì
lo puoi trovare a Rimini
sulla sdraio gli oochiali scuri
se pensa a lei.
E da quel giorno lì
ogni giorno è sempre per lei
che lavora nei bar e pensa sempre a lui
e non si incontrano mai
e mi dirai se poi è sbagliato
partirai con la tua spina
e poi volare.
E da quel giorno lì
lo puoi trovare a Rimini
sulla sdraio gli occhiali
scuri se pensa a lei.

martedì 22 maggio 2007

Poesia del giorno:da "Budapest"

La verità sta nel Santo e nell’Insonne


Se sono sopravvissuto a questa notte
lo devo a te che scrolli le spalle,
a te che non hai mai le parole giuste,
a te che sbagli sempre strada,
a te che non vuoi vivere né morire,
a te che hai i sogni incastrati nelle scarpe,
a te che non sei mai abbastanza efficiente,
a te che sei capace solo di urla mute,
a te che non hai le palle,
a te che hai paura di sorridere perché sai che finirà,
a te che fai male quando accarezzi,
a te che le ferite piace allargarle,
a te che non guardi mai dritto negli occhi,
a te che implori la luce,
a te che maledici e vai cercando benedizioni,
a te che sei ridicolo e tragico come il tuo passato,
a te che sei buono solo a fotterti,
a te che dopotutto mi fai pena,
Signore dei tuoi deserti,
Principe delle sconfitte,
tenero pazzo,
povera ombra,
patetica croce.
Io.

lunedì 21 maggio 2007

Poesia del giorno:da Como, Cristian Carlucci

Un vecchio

Un uomo si trascina lento
per la città vecchia,
ha la pelle stropicciata dalla vita
e cerca di spiegare disperatemente
che il suo bastone
è solo un ornamento.
Ed io penso:”Non sarò mai come lui”.)

Un uomo si trascina lento
per la città vecchia,
ha i capelli grigi
come l’amore offertogli dai suoi cari
e cerca di trovare disperatamente
chi, senza fastidiosa pena,
voglia ascoltare il suo usurato lamento.
Ed io penso:”Non sarò mai come lui”.)

Un uomo si trascina lento
per la città vecchia.
Gli occhi svuotati
fissano la sua solitudine.

Quel vecchio sono io.

domenica 20 maggio 2007

La domenica poesia d'autore:Emily Dickinson

Il Passato

E' una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.

Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere!

Emily Dickinson

sabato 19 maggio 2007

Poesia del giorno:Lorenzo Balducci

Lontano


lontano, pensare è
sbagliato e devo
smettere in fretta
e starvi lontano.
non basta.
solo, e non posso
sbagliare, solo,
e (è banale) senza
di me fra i piedi,
nessun qualcosa o qualcuno
a cui aggrapparmi,
sfiduciato, abituato ed infastidito.
lontano. pensare è
sbagliato e devo
smettere in fretta
e starvi lontano.

venerdì 18 maggio 2007

Poesia del giorno: Pablo Neruda

Il tuo sorriso


Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda

giovedì 17 maggio 2007

Poesia del giorno: giù il cappello,John Sbranza

Le virgole dei tuoi capelli



Mi piacerebbe pensare alle virgole
dei
tuoi morbidi capelli
Mi piacerebbe credere alla luce dispersa
nei
tuoi limpidi occhi
Farti ridere e veder(e)risplendere le
luccicanti
labbra tue e toccare
Le tue mani per accompagnare le paure
costanti dei
tuoi desi-deri sterili
Dopo...
leccarti...farti godere...orgasmi
multipli
ed indisciplinati
Chiederti la mano...come sposa
ed al tuo sì
dopo una pompa
Bastonarti di desideri impossibili e logaranti
che mai
potrai avere
Sputarti in faccia la realtà
e spiegarti il tuo nome che
non ha maiuscole

puttana!

mercoledì 16 maggio 2007

Poesia del giorno: Michele Simone

Distolti gli occhi
Volgo la sguardo
al cielo,
turbinio fragoroso
delle stelle;
e mentre lassù
tutto riverbera di assordante
rumore,
quaggiù
silenzi.
Amara consuetudine.


Michele Simone

martedì 15 maggio 2007

Poesia del giorno: La domenica sera a Budapest

Passeggiavi piana per le vie del
paese affollato, era giorno di estate,
festa, balli, bottiglie, canti e violini.
Di te bambina ricordo i polsi
sottili,
i sandaletti ocra, le caviglie magre e
la bocca come una
mora.
Avevi un fiore tra i capelli,
io stavo zitto e guardavo.
Puoi dirmi tu dove devo andare
con questo Tempo
se ieri mi hanno preso domani?
Per questo mondo
se i tuoi occhi
quel tardo pomeriggio gli
rubarono tutto?
Niente ha più profumo.
Dovresti renderne conto
alle mie labbra secche,
ma da allora baci
triste
la terra nera,
ed hai cenere
come vestito.
Se potessi te lo direi a un orecchio,
ti giurerei che io sono ancora là,
all’ombra di quell’amore
che non era per me.
Da anni e anni,
secoli e secoli io ricordo.
Ricordo
l’assenzio dei tuoi occhi
quel giorno lontano
quando ti ritrovasti donna
fra le braccia di un altro,
ancora una volta migliore di me.
Penso a quello che non eravamo
e a quello che invece sono stato
ed ogni giorno vado sul balcone
ad annaffiare la mia orchidea marcia,
e da bastardo bambino che sono
mi attacco al solito
capezzolo di vetro.
Fosse per me
brucerei all’inferno per
una goccia di stupore
mai consumato,
i miei occhi purtroppo lo sanno,
(sono lucidi, fieri e perduti,
i maledetti),
lo sanno loro e lo sanno
le Sere,
che non mi hanno nemmeno
lasciato iniziare.

lunedì 14 maggio 2007

Poesia del giorno:Luigi Tenco

Un giorno dopo l'altro

Un giorno dopo l'altro
il tempo se ne va
le strade sempre uguali,
le stesse case.
Un giorno dopo l'altro
e tutto e' come prima
un passo dopo l'altro,
la stessa vita.
E gli occhi intorno cercano
quell'avvenire che avevano sognato
ma i sogni sono ancora sogni
e l'avvenire e' ormai quasi passato.
Un giorno dopo l'altro
la vita se ne va
domani sarà un giorno uguale a ieri.
La nave ha già lasciato il porto
e dalla riva sembra un punto lontano
qualcuno anche questa sera
torna deluso a casa piano piano.
Un giorno dopo l'altro
la vita se ne va
e la speranza ormai e' un'abitudine.

Luigi Tenco

domenica 13 maggio 2007

La domenica poesia d'autore: Giosuè Carducci

Pianto Antico

L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell'inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

Giosuè Carducci

sabato 12 maggio 2007

Poesia del giorno: Luigi Tenco

Lontano, lontano

e lontano, lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti fara' ripensare ai miei occhi
a quegli occhi che ti amavano tanto
e lontano, lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui tu mi prendevi un po' in giro
e lontano, lontano nel tempo
l'espressione di un volto per caso
ti fara' ricordare il mio volto
l'aria triste che tu amavi tanto
e lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto chissa' come e perche'
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano.

Luigi Tenco

venerdì 11 maggio 2007

Poesia del giorno:oggi facciamo giurisprudenza

LA MIA COSTITUZIONE


1-I miei amici (quindi il mio cane)
2-i miei occhi allergici
3-i lavori che ho cambiato in un mese
4-la mia famiglia (in persone)
5-i giorni di lezione in Via Noto
6--------------------------------------------
7-...e mezzo(gioco di carte)
----------------------------- come lo leggi? 6996966969969669....
8-i gradi di una buona birra
9--------------------------------------------
11-L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustJohn Sbranzizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


John Sbranza,persecuzioni

giovedì 10 maggio 2007

Poesia del giorno:Baby Malinconia

Baby Malinconia


Questi versi sono figli di
camminate sbilenche, braccia a penzoloni,
battaglie perdute (perché mai cominciate),
sguardi che hanno sempre un motivo per restare
imperfetti,
mani che salutano da molto lontano
per non stringere (fa male),
gente che,lo so, non tornerà,
bottiglie stappate per festeggiarsi da soli,
mari del Nord e luci dell'Est(dove il sole ha paura di
sorgere ed è sempre più pallido),
piastrelle sporche e svariate vie crucis,
tombe in costruzione,
corpi di ghiaccio, parole a sproposito,
canti di cigni strozzati,
notti gialle, bicchieri, panchine, banconi,
periferie del mondo, del cuore,
Milano (i barboni, il serpente della metropolitana e le
case a forma di scatola),
fiumi grigi, nebbie dure,
tangenziali d’inverno,
semafori, sirene d’ambulanza,
occhi di vetro,
occhi iniettati di vino,
affondi ridicoli e poi
baci di ferro e poi
albe tragiche.
Questi versi sono figli di puttana,
quindi tuoi,
Baby Malinconia.

mercoledì 9 maggio 2007

Poesia del giorno: La Caduta

LA CADUTA

Hai preso la nota maledetto amico pianista.
Nelle tue musiche mi presagivi la sconfitta
annunciandomi secondo,in una gara assurda
senza che nessuno altro mi si opponesse.
Ho fallito sempre, chissà che gusto ha la vittoria.
Conosco solo la sconfitta, quella ardente,
che ti concede lo schifo della tua persona
gratuitamente e senza nulla in cambio.
Ho avuto un bagliore, poi un lamento,
ed infine un unico ghigno brutale.
Avevo scritto uno stupendo copione
ma non hai capito che la parte era difficile
ed il pubblico esigente e pronto alle lacrime.
L’avevo intuito altrove il sadico divario
ed ora non posso più colmarlo solitario.
Ma tu non ci sei più il varco è baratro,
ed io mi sono lasciato cadere,
pensando che forse alla fine del buco
mi avrebbe aspettato un sorriso di scuse
ed una scritta incisa nelle pietre.
‘Ti aspettavo proprio qui,è solo uno
dei tuoi tanti immeritati incubi.
Amore mio riposati sulle mie ginocchia;
sei stanco e stupidamente affaticato”.

Alessio Caccavale, Memorie del sottoscala

martedì 8 maggio 2007

Poesia del giorno: Piero Ciampi

IL NATALE È IL 24

È Natale il 24.
Non riesco più a contare,la vita va così.
Ho una folle tentazione
di fermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Mio fratello è all'ospedale,
sono giorni che sta male,
la madre non l'ha più.
Anche Pino è separato,
Elio al gioco si è sparato,
mi stupisco sempre più.
Io vado,quando sono abbandonato
vado in cerca di una donna,
senza danni.
Sento,quelle volte che non pago,
che rimane pure amore
per un'ora.
Ma il mattino mi consegna
Francescangelo drogato,
non mi conosce più.
Per vederci un poco chiaro
bevo un litro molto amaro,
sono dentro a un'osteria.
Il Natale è il 24,
Gianna ha un cuore molto strano,
la vita va così.
Ho una folle tentazione
di rifermarmi a una stazione,
senza amici e senza amore.
Il Natale è il 24.


Piero Ciampi

lunedì 7 maggio 2007

Poesia del giorno

Parole alla madre e alle amanti


Il pianoforte suona lontano
e le ombre accompagnano gli uomini
per i viali di Budapest.
Cadrei nel calore delle tue mani bianche
fatte per accogliere e custodire
come un petalo rosa dal cielo
e poi lì tra loro mi addormenterei sereno.
Scordandomi del mondo.
Fottendomene del senno che ho lasciato sulla Luna,
fottendomene di questa carne infetta,
fottendomene di chi mi ha abbandonato
fottendomene di quel che ho lasciato indietro.
Io che tra i semi della grandezza e quelli della miseria
ho scelto gli ultimi,
io che nel tuo abbraccio sciolgo il mio peccato
e senza volerlo ti faccio male.
Tu che mi scorri addosso,
tu e il tuo pianto troppo
dolce.
Il pianoforte suona così lontano,
le dita scivolano tristi
sui tasti opachi una volta bianchi
oggi ingialliti.
Arriva un’altra notte,
insieme moriremo un altro po’.

domenica 6 maggio 2007

La domenica poesia d'autore:Pablo Neruda

Nuda sei semplice

Nuda sei semplice come una delle tue mani,liscia,
terrestre, minima, rotonda,
trasparente,hai linee di luna,
strade di mela,nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.

Pablo Neruda,

Cento sonetti d'amore, XXVII

sabato 5 maggio 2007

Poesia del giorno:il Cizio, direttamente da E-van e Kesea

ROVI DI MORE

Ci sono codici che non si imparano altri vengono ignorati,
Ma i tuoi molteplici pianti sembrano troppo goffi e teatrali
Per passare inosservati.
Per farmi credere che poi ti pentirai ti sei tolta anche gli occhiali,
Ma non t'illudere che mi stupirai coi tuoi occhi avvelenati
Da paranoie lacrimali.
Rit.: E lo sai,il tempo non è che rovi di more e graffia le tue gambe nude
Che mi mostrerai,folli gelosie graffiano il mio sguardo nudo.
Sei senza strategia e presto affogherai dentro ad una tazza vuota,
Non ti basti la bugia che mi racconterai a salvare un'altra volta
La tua anima contorta.
Rit.: E lo sai,il tempo non è che rovi di more e graffia le tue gambe nude
Che mi mostrerai,folli gelosie graffiano il mio sguardo nudo.
Sai,il tempo non è che rovi di more e graffia le tue gambe nude
Che mi mostrerai,folli gelosie graffiano il mio sguardo nudo.

Il Cizio

venerdì 4 maggio 2007

Poesia del giorno:John Sbranza

Alcol


…oh caro alcol
Maligno e superbo che sei
guardarti mi rende povero
Berti felice
Perché fai così tanto disprezzo
alla gente
Se poi nel momento del bisogno
allunghi sempre la mano?
Sei il diario di ogni anima
Ne conosci tutte
le ragioni
E’ troppo ignobile il tuo lavoro
Vedo venderti senza rispetto
a persone che non sanno…
Loro ti USANO
Noi ci facciamo consolare

John Sbranza, Persecuzioni

giovedì 3 maggio 2007

Poesia di oggi:una canzone

L’OMBRA

Se mi vuoi
Cercami fra le pieghe del letto
Proprio lì
Dove neanche tu pensavi potessi
Lo vorrei
Di amarti come nessuna mai
Ma non lo sai
Che quell’ombra nell’armadio mi fissa
Se mi tocca mi disperdo
Mi annullo, mi consumo
Niente ha più valore poi
Ha più valore poi
Ha più valore poi
Diventare ombre è il nostro destino ormai
Ma se mi vuoi
Cercami fra le pieghe del letto
Non lo sai
Ma quell’ombra nell’armadio mi fissa
Se mi tocchi mi disperdi
Mi annulli, mi consumi
Niente ha più valore poi
Ha più valore poi
Ha più valore e poi
Diventare ombre è il nostro destino sai
Lo sai che
Niente ha più valore poi
Ha più valore poi
Ha più valore poi

www.myoldhangover.it

mercoledì 2 maggio 2007

Poesia del giorno:la morte a Venezia

Der Tod In Venedig


Plinnnnn.
Salta una molla di capelli....
Si infiamma la lente morbida
di una coscienza orgogliosa:
gli occhi non serviranno più,
così, appoggiati alla fronte…

Cerca di sfuggita una tomba
perché ci vuol morir di consunzione, bianca,
e scivolerà grave la vestaglia fluttuando.
Le palpita, palpita, il bel seno biondo.
Di tutti l’ultimo filo si arrende appeso al palo delle tende
E derapa anche il morto corpicino spento:
il rigore della nipotina di Gustav!
Morte a Venezia!
La morte a Venezia sfugge al Cavallino e a Jesolo,
e si soffia via radendo le ali sulla laguna,
e palpita palpita il bel seno biondo
Morire a Venezia lo si può conseguire solamente
perché a noi di morire ci riesce solo una volta e basta
se palpita palpita il bel seno biondo
La Morte a Venezia ci vive da sempre
puntuale alle sei in calle per lo spriz
E palpita palpita il bel seno biondo
Certo che palpita!
Palpita, palpita, il seno bel seno!
Morsicata Penetrata Sconsacrata
Risucchiata
Divorata morso a morso dalle carte
Stritolata tra artigli strazianti raglio nero di bic
Inghiottita dalla notte che mi aspetta!
Plick.
…Una bolla bolla palpita nel bel seno biondo…

Stavi in piedi sul vaporetto, da bambina,
e con il dito indicavi l’acqua.


Lorenzo Balducci

martedì 1 maggio 2007

Bacio funebre

Sono giunto senza invito,
sempre con la frase mancante.
Mi rincorrono i brividi invernali
tra risate agrodolci e poco rassicuranti.
Stringo forte una sigaretta tra le mani e
Mi pungono le spine del rosseggiante roseto.
Visioni, carezze, contatti e desiderare
Altro, altro,altro…
…rintocca il terzo raggio di luna.
Pensaci. Pensami. Suonami.
Sdraiato soffro per non cadere e
Impattare contro il duro suolo.
Infine t’ho baciata e mi sono assopito.
Per sempre, ma ridendo.
Poi riemerso, di nuovo affogato. Agh.
Un tocco di vento ha spostato le tue labbra sulle mie
e le mie paure su di te.
Sono andato avanti e indietro senza sconti.
Oggi è giorno di paga nessuno può esimersi.
Il dazio spetta a tutti, ed io per un attimo
Parevo essermene scordato.
Brahms in sottofondo ci accompagna.
Spengo lo stereo e la melodia insiste.
E’ la mia marcia funebre.
Commiati.

Alessio Caccavale, Le Memorie del sottoscala