sabato 27 settembre 2008

Da Budapest


Preghiera dell'Ateo alla Vergine

Nelle facce di bambini piccoli
sui prati d’asilo d’autunno piange
l’innocenza votata alla morte,
madre a cui chiedo senso,
ora che la terra restituisce le urla
di gole strozzate al patibolo
in secoli oscuri.
Cade la testa dal legno,
scoppia il cuore col ferro
del proiettile che poteva essere
abbraccio.
Straziato oramai quello del non ritorno,
madre,
ma solo perchè l’orizzonte
di me uomo perduto è
da troppo tempo Solitudine.
Terra grassa di peccato
calpestata impunemente da uomini
a cui hanno tolto il destino
e come porci
non ti cercano intenti a fissare fossati,
a godersi il potere che li illude in vita
nella menzogna di non necessitare
Perdono.
Il supplizio faccia loro almeno esplodere
le lacrime bianche del Figlio e scacci i vermi
da quegli occhi infestati da televisori,
dai venditori e dai dittatori.
Con in mano le ceneri di troppe giornate
maledicono il sole che li viene a svegliare,
lontano da te
loro pena sia d’ ombre
provare l’amore.
Se penso a quando mi aggrappai a lei
che mi aveva di nuovo fatto svegliare,
e invece anoressico era il suo cuore,
affido a te le rancide stille di questo
dolore.

giovedì 18 settembre 2008

Davide Canzi


LUNATICA

Quando il cielo cerca di sciogliersi,
restando assorto tra nuvole pesanti,
cerchi alla testa ci fanno girare,
come trottole in mano ad infanti.

Sei tornata, luna lucente,
da lassù mostravi movimenti sinuosi,
nascondendoti in alterni stati d’animo,
divorando di noi sognatori i pensieri.

Girovaga nel firmamento,
hai attratto mari con attrattiva dolcezza,
ti sei nascosta nella nostra ombra,
offrendoci splendidi riflessi di bellezza.

Ma ora il buio delle nubi,
ti nasconde sipario,
creando tra di noi un muro,
che senza lo sguardo, diventa divario.

martedì 16 settembre 2008

Erminio Giunta


Ti ho voluto fare un dono

Stanotte ti ho osservata
creatura candida e perfetta,
e trasalendo mi sono accorto
di non poterti mai donare
qualcosa che solo si avvicinasse
alla tua bellezza,
e ho pianto per ore
e mi sono graffiato il viso
ed ho morso a sangue le labbra
finchè un idea mi ha illuminato:
allora ti ho strappato i denti
e ne ho fatto una collana,
che ora ti voglio regalare,
dei tuoi occhi ho fatto
due stupendi orecchini
e ho divorato il tuo cuore,
per assorbire un poco
della tua bontà.
Ma ora dormi amore,
non ti agitare,
domani riceverai spledidi doni.

lunedì 15 settembre 2008

Michele Simone


Di fronte una linea di sangue
Scorrere,
graffiare il cielo unto
nel suo umido umore,
stagliare nefaste le cime,
che annegano esauste per la loro superbia.
Una parola si perde nell’ incolmabile
Vuoto
Che separa
Me
E
Voi
Un’ impensabile ansia mi sconforta la mente…
E i pensieri si annullano
Si schiantano l’ uno contro l’ altro,
fragore,
roboante tempesta che mi implode il cervello
e neanche il più silenzioso urlo
riesca a varcare le mie labbra, a toccare l’ aria
e insozzare il cielo
con la sua ignomignosa volgarità.
Solo suadenti falsità, delicate nefandezze
Scivolare leggere fra lingua e denti
E nella babele del mio disordine mentale
Non posso far altro che assaporarle
Una dopo l’ altra,
con incomparabile gusto
nella consapevolezza di una sincera incomunicabilità

venerdì 12 settembre 2008

Da Budapest


Gola


Fu il momento
che le sue labbra avevano
in qualche modo
a che fare con la pioggia e
il mio sangue col veleno. E
lei era un bel posto dove rimanere a
morire.
Strappato all'incanto,
non c'è bellezza che
mi salverà.

mercoledì 10 settembre 2008

Rosanna Palmieri


Vedersi è stato un volo
di braccia nelle braccia,
che facile è la vita
e quel che si porta dietro,
siamo noi a intricarla,
a renderla segreta,
montando e rimontando
come a teatro
scenografie sospese
di tragedie pronte
a tramutarsi in farsa,
recitando su assi immaginarie
di palcoscenici, ogni sera nuovi,
traballanti copioni
e improvvisando coraggiose ascese
per attutire colossali tonfi,
pavidi costruendo,
impercettibili allo sguardo,
cerchi a difesa,
per starci distanti,
arroganti come le cose belle,
dignitosi come le parole
dette dopo i silenzi,
gocce disgiunte, autosufficienti,
impermeabili microcosmi autistici,
egocentrici circuiti, indifferenti.




Cerchi a difesa

lunedì 8 settembre 2008

Erminio Giunta


Siedo e osservo
schierate in fila di fronte a me
le teste impalate
di tutti i miei io,
mentre tu
immobile nel tuo labirinto,
tra odor di cenere
e di sangue
scuoti a tempesta
le tue catene
e stringi forte
la luna tra i denti.

Non c'è nessuno
che ci possa,
che ci voglia salvare,
mia triste regina,
nè esiste ragione per farlo:
è questo il nostro destino,
sacrificati su un altare
troppo grande
troppo bianco per noi,
arsi sul fuoco sacro,
che tanto amavamo osservare.

sabato 6 settembre 2008

Baby-lonia

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il primo singolo di "SALTANDO DENTRO AL FUOCO", in uscita a Novembre 2008 per ViaAudio Records
(www.viaaudio.it)

lunedì 1 settembre 2008

Davide Canzi

the west is the best

L’ovest è il massimo
Bisogna raggiungerlo presto
Prima che il sole termini la corsa
Anticipare la luna
Con un falò sulla spiaggia.
Gli stivali sono gia pronti
Nelle loro suole consumate
Dal tempo e dalla strada
L’odore del tempo ne impregna la pelle
E non molla la presa…
Prima di uscire fumo un cohiba
Per ricordarmi il gusto d’oltreoceano
Del tabacco e del caffè
Metto la sacca in spalla
Marinaio di strada mi incammino
Le onde di caldo torrido
Mi schiacciano sull’asfalto nero
Manca ancora poco
L’ovest è il massimo
Ancora qualche passo
L’ovest è il massimo
Nel cielo nuvole danzano
Indicandomi la via
L’ovest è il massimo
the west is the best
L’ovest… mi ha quasi raggiunto
L’oceano mi saluta a piene onde
Dal suo sedime sabbioso
Luccica di arancio
Riflette rosse vibrazioni
E accarezzando il sole
Se lo mangia impavido
La festa ha inizio
Danzando sulla sabbia
Bevendo whisky scozzese
Fumando sigarette artigianali
Siamo sciamani
Dalle piume di pelle
siamo indiani sotto le stelle
e poi la visione
la luna ci sorride dicendoci
l’ovest è il massimo…
noi ci togliamo gli stivali
e corriamo nell’oceano
the west is the best...

the west is the best...