domenica 29 aprile 2007

Orfeo ed Euridice

Fu quando baciai la prima volta
il tuo sorriso tra i glicini
che sentii il lago del cuore
estendersi tenero come mai
prima.
Eravamo lì,
tra il non più e il non ancora,
racchiusi nel cristallo con
le nostre parole.
Era il nostro tempo
tra il non più e il non ancora,
il tempo degli dei e
degli amanti,
il tempo dell’ambrosia
che non è tempo ma
incanto.
Poi tutto crollò ed io
pazzo di
nostalgia schiavo di
miraggi
scesi tra i morti a riprenderti,
mi fu detto di non guardarti
fino a che non avremmo intravisto
l’oro del sole,
ma nel voltarmi per rivederti
il sorriso svanisti
come un sogno al mattino.
Ti persi di nuovo e
con un dolore negli occhi
che non è dolore ma
morte
vago da mille e mille anni
per il mondo e
cerco nell’acqua
ogni parola che hai detto,
nel vento una ciocca dei tuoi
capelli,
nel profumo delle sere d’estate
il tuo primo sorriso.
Per me.

1 commento:

Anonimo ha detto...

INTELLETTUALI AL POTERE
TORNIAMOCENE SULL'OLIMPO, PER GLI DEI!