venerdì 31 agosto 2007

Poesia del giorno: Michele Simone


Alla viltà che condanna l’ agire,
alla menzogna che agita il pensiero,
alle false parole che insozzano labbra.
Alle risa,
alle speranze ai sogni alla sorte a dio,
che colma la vita con vuoti,
alle distanze, ai morti
poveri,
alle angosce attanaglianti la vita,
ai fulgori che accendono la pelle
di tenue calore,
al sapore del giorno, notti, albe, tramonti,
irrimediabilmente uguali, medesimi in ogni
sfumatura,
ai silenzi, e al chiasso
ai padri le madri…
ai frutti del ventre,
all’ acido che corrode le vene, da dentro,
le attorciglia, e divenute serpi
scavano dentro lacune
difficili da colmare.
A ogni lacrima ingiusta che accarezza
i visi…
A tutto dedico il rogo dei miei giorni.
Che divampi, con me,
la fiamma del mondo e
bruciando
cosparga la terra di sterili ceneri
che annullino Vita,
Inevitabile compagna.

giovedì 30 agosto 2007

Poesia del giorno: John Sbranza


Era alcolizzato perché aveva dei problemi

… quando entrai da quella porta,
vidi mio Nonno distratto
dall’Inferno.
Si sedette pacato
strafatto dal dolore
e rispose a sua moglie con una specie di
domanda:
“Dove sta la mia morte?”
(Chiedeva una rivoltella per cena)

mercoledì 29 agosto 2007

Poesia del giorno: Gianluca Grasso


Inno alla vita

Non è la musica a toccare le corde dei nervi
E’ qualcosa di molto più avvolgente
Ritorno dal Vietnam sbranato dai vermi
Ma ancora così forte da restare a osservare la gente

Le piccole cose di una legge destinata a fallire
L’umanità piange i caduti e ride di chi sopravvive
Irrimediabilità di chi è destinato a peccare
E schizofrenie sancite da chi è divenuto pianta ma ancora si muove

C’è un po’ di vento a sfilare le imposte
E la mia camera ha lo stesso marcio sapore
Di vecchie turbe adolescenziali

Posso fare l’amore o scopare
Allora lo desideravo più di ogni cosa
Da qualche tempo lo si fa e basta.

Acido muriatico su pelle rugosa. E così sia.
La vita è altrove.

martedì 28 agosto 2007

Poesia del giorno: Alessio Caccavale


STORIA (di una vittima in viaggio)

Partenze e desolati arrivederci.
Ma la vittima, carnefice di sé,
torna sempre sul delitto consumato.
L’assassino se ne vede bene.
Sta male;
vana la fuga,
vano il vicino e rassicurante mare,
vano il pensiero del nuovo,
ha la mente ancora intrisa del vecchio.
Nulla è chiaro dopo dieci giorni,
nulla dopo tirate di fumo catalano.
Testa che scoppia…
Mai ubriaco
Sempre bevuto
Ma mai ubriaco…
Angoscia vitale a respirare
scruta vicoli e baretti,
non sente proprio questo mondo.
Partire per errore,
per essere fermato all’aereporto
da lei che corre urlando –Fermati- .
Partire perché infelice e contento,
ritrovarsi infelice e scontento.
Benvenuti nella terra delle possibilità,
bisogna esser pronti ad accoglierle.
Fuori casa, un ospite.
Tornerà. Lì ha perso tante cose,
ora rischia di perdere sè stesso.
Forse vuole solo rivedere il volto omicida.
La vittima, carnefice di sé,
torna sempre sul delitto consumato.
Forse vuole solo morire un altro poco,
è l’unica morte che fa battere il cuore.
Paradossi iberici.
Tornare è una sconfitta.
Non per chi ha già perso. In partenza.
E’ la storia dei viaggi,
la storia dell’inadeguatezza.
La storia si sa, è dei vincitori.
La storia non è mia.

lunedì 27 agosto 2007

Poesia del giorno: da "Budapest"


Sotto il mare


Da millenni, millenni mio giglio
il tempo crocifigge corpi,
guardali,
innocenti.
E mi sa che crescere significa solo
veder morire, ogni anno di più, sempre di più,
e voltarsi a vedere i pezzi
che ci si staccano di dosso,
e guardarli affondare,
senza che puoi farci niente.
La pace sta sotto il mare?
Forse.
Proverò a non pensarci più,
imparerò ad essere padre,
padre dei tuoi fiori,
a stare lontano dalla memoria,
la mia,
che vince ogni volta il presente,
a cancellare perché solo così si può sognare,
e poi venire via,
con te che tieni in pugno la tristezza,
fuggire via dall’orfanotrofio che ho
nel cuore.

Mar Egeo, 20 agosto 2007