venerdì 11 aprile 2008

Poesia del giorno: Francois Villon

BALLATA DI MARGOT LA CICCIONA


Se amo e servo la mia bella con devozione,

forse mi ritenete vile o stolto?

Le sue virtù sono arcinote a tutti,

per il suo amore io sono pronto a battermi.

Quando vengono i clienti corro coi bicchieri,

verso il vino senza spanderne una goccia,

reco acqua, formaggio, pane e frutta.

E se pagano bene dico: "Agli ordini!

Tornate pure quando siete in fregola,

in questo casino dove ce la spassiamo"



Ma qualche volta scoppia una gran lite,

capita se Margot viene a letto senza soldi,

non la posso vedere, la odio con tutto il cuore.

Le prendo allora i vestiti e la cintura

E giuro che me li terrò come pegno.

Coi pugni sui fianchi lei mi grida "Anticristo!"

e promette nel nome del Salvatore

che me la farà pagare; io afferro un tizzone

e minaccio di sbatterglielo in faccia,

in questo casino dove ce la spassiamo



Poi facciamo pace e lei emette un peto

più velenoso di un laido scarafaggio.

Ridendo m'assesta un pugno sulla testa,

"Bello" mi chiama e mi batte sulla coscia.

Ubriachi dormiamo come ghiri.

E quando si risveglia con la voglia,

per godere di più mi monta a cavallo;

sotto di lei sono come un asse appiattito

e il gran scopare mi riduce uno straccio,

in questo casino dove ce la spassiamo.



Vento, tempesta, gelo, il mio pane è sicuro;

Io sono un porco, porca è la mia compagna

Lei ed io siamo bene accoppiati,

L'uno vale l'altra: io il topo, lei la gatta;

Osceni siamo, l'oscenità ci segue;

Non vogliamo l'onestà, non è di casa

in questo casino dove ce la spassiamo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ottima caro sindaco!!!


François Villon - vero nome François de Moncorbier (Parigi, 1431 o 1432 – dopo il 1463) è stato un poeta francese, ladro e vagabondo che visse per lungo tempo come un bandito, emarginato e ricercato.

Per quattro volte arrestato per episodi di malavita, fino a essere condannato a morte, fu sempre rilasciato ma poi nuovamente catturato e imprigionato

Fu proprio in carcere che scrisse le sue opere maggiori. Per il valore dei suoi versi - e principalmente per il suo capolavoro poetico, i poemi raccolti nei Testamenti - è ritenuto uno dei precursori della corrente letteraria dei maudits, i poeti maledetti.

Nelle parole di Charles Augustin Sainte-Beuve, uno dei maggiori critici letterari del XIX secolo, Villon può essere considerato

« l'anello più lontano cui i poeti francesi moderni si possono riallacciare in maniera più agevole. »


Le uniche fonti contemporanee di cui si dispone circa la sua vita, oltre alle sue opere, sono sei documenti amministrativi relativi ai processi cui fu sottoposto. Tali documenti sono stati scoperti da Marcel Schwob a fine Ottocento. È quindi necessario - nell'analizzare la complessa figura di questo poeta - separare i fatti stabiliti con una certa attendibilità dalla leggenda Villon, alimentata dall'autore medesimo attraverso la sua produzione letteraria.

La sua opera più conosciuta è La ballata degli impiccati

Anonimo ha detto...

Ragazzi che sonora porcheria: piuttosto mi ascolto che notte del grande fred buscaglione

Michele

Anonimo ha detto...

ignorante...