giovedì 29 maggio 2008

Alessandro De Francesco

e alla fine cos'è questa realtà
che se non è un qualcosa non è neppure un niente
perché nella mancanza di suoni
di un pomeriggio opaco assolato
cìè questo dolore qui che comunque si sente

la chiocciola come la bacca
scoppia sotto il passo tonfa
sul selciato il sacco della spesa
quando torno a sera e sono stanco
e scolora il cavo che mi lega al tempo

e se è vero che questa lingua sola
la si può dire essente
(o forse anche la vita
nel suo stupefacente movimento)
allora da dov'è che non si pensa il vuoto
se non come una forma un recipiente


Da Lo spostamento degli oggetti
(Cierre Grafica, 2008, pagg.62, s.i.p.)

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