Poesia del giorno: Erminio Giunta
Del tempo e altre sciocchezze
Mi coglie indicibile vertigine
onniqualvolta con lo sguardo
mi allontano dalla gabbia di vetro
che soffoca i miei giorni:
l'abisso che la contorna
ha un nonsochè
di mistico e deplorevole.
Mi spaventa la possibilità
che là fuori vicino o lontano
esista qualcosa di vero
un istante fuggito
all'inesorabile flusso
del fiume che chiamiamo Tempo.
Mi agrappo con entrambe le mani
al mio riflesso nello specchio
determinato a non allontanarmi
dalla macchia scura
con cui il mio corpo
sporca questo nostro
inutile pianeta.
Lasciatemi vegetare
in questa dimensione,
e lasciatemi seguire
questo ebete gregge
che senza pastore
viaggia su quelle
illusioni convenzionali
che chiamiamo ieri,
oggi, domani.
2 commenti:
bella erminio, ora so associare il volto al tuo nome che fino a una settimana fa non conoscevo.
saluti a budapest
La possibilità che sia sfuggito un attimo in un sostanziale grigio tombale è un rammarico da portarsi dietro. E non so se è opportuno vegetare o sbraitare in pianura.
Ale o
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