venerdì 21 marzo 2008

Poesia del Venerdì Santo: Salmo 56

Al maestro del coro. Su "Jonat elem rehoqim".
Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero in Gat.
Pietà di me, o Dio, perché l'uomo mi calpesta,
un aggressore sempre mi opprime.
Mi calpestano sempre i miei nemici,
molti sono quelli che mi combattono.
Nell'ora della paura,
io in te confido.
In Dio, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Travisano sempre le mie parole,
non pensano che a farmi del male.
Suscitano contese e tendono insidie,
osservano i miei passi,
per attentare alla mia vita.
Per tanta iniquità non abbiano scampo:
nella tua ira abbatti i popoli, o Dio.
I passi del mio vagare tu li hai contati,
le mie lacrime nell'otre tuo raccogli;
non sono forse scritte nel tuo libro?
Allora ripiegheranno i miei nemici,
quando ti avrò invocato:
so che Dio è in mio favore.
Lodo la parola di Dio,
lodo la parola del Signore,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie,
perché mi hai liberato dalla morte.
Hai preservato i miei piedi dalla caduta,
perché io cammini alla tua presenza
nella luce dei viventi, o Dio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

amen!


il giusto pezzo per il venerdi santo

saluti a budapest

Anonimo ha detto...

< Non mi era piaciuta l’ultima parte della Bibbia, perché è quasi tutta predica e non c’è vera lotta, e non c’è più tanto su e giù. A me piacciono le parti in cui quei vecchi ebrei si picchiano di santa ragione, e poi sturano alcune bottiglie di vino israeliano e si infilano a letto con le damigelle delle mogli… >
Amen