lunedì 24 marzo 2008

I giorni d'Albione: John Donne

Alchimia d'amore


Chi più di me ha scavato nel profondo la miniera d'Amore,
dice, dove risiede il centro della sua felicità:
ho amato, ho conquistato e detto,
ma se dovessi amare, conquistare e dire, finchè non sarò vecchio,
non potrei mai comprendere quel nascosto mistero;
oh, non è che impostura tutto quanto:
e come nessun alchimista ha potuto scoprire l'Elisir,
ma ugualmente glorifica il suo fecondo vaso
se per caso gli accade di scoprire
qualche odorosa sostanza, o nuova medicina,
così gli amanti sognano un godimento ricco e prolungato,
ma non trovano altro che una notte estiva simile all'inverno.
La nostra pace, il denaro, l'onore e il nostro giorno,
questo noi pagheremo, per questa vana ombra di una bolla d'aria?
In questo ha fine amore, che ogni uomo
può essere felice come me se può sostenere
la breve vergogna di una farsa nuziale?
Quell'infelice amante che afferma
non essere i corpi a sposarsi, ma solo gli spiriti,
e che pretende trovare in lei un Angelo,
in egual modo esatto parlerebbe dicendo di udire
nel quotidiano e rozzo strimpellare roco il suono delle celesti sfere.
Non sperare che la donna possegga intelligenza, al massimo
ha estro e dolcezza, e non è, una volta posseduta, altro che vuota forma.

2 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

John Donne (Londra, 1572 – 31 marzo 1631) è stato un poeta inglese. Fu anche un religioso e, come tale, ricoprì il ruolo di decano della cattedrale londinese di St.Paul.

Scrisse sermoni e poemi di carattere religioso, traduzioni latine, epigrammi, elegie, canzoni e sonetti. Celeberrimi sono i suoi versi di Nessun uomo è un'isola contenuti in Meditation XVII e citati da Ernest Hemingway in Per chi suona la campana e da Nick Hornby in Un ragazzo (About a Boy).

Il Mio Cizio Inutile ha detto...

Buon Lunedì di picchi-nicchi e grigliate al fiume caro Fabio!!!!