mercoledì 10 ottobre 2007

Poesia del giorno: da "Budapest"


Lamentazioni di uno zingaro.

Ho un Autunno sotto la pelle che
imbrunisce
e si fa aceto,
in ogni tempo.
Del cielo, del sole e della luna
se ne fotte: nel suo riso
è la mia fine.
Troppo avvezzo
agli aborti,
specialista in Infanticidi:
questa è la mia corona d’
alloro.
(Ci vediamo in Campidoglio)
Sarà conforto
passare in rassegna
i centimetri della tua pelle
come fossero
soldati senza esercito,
bambini con le ali (questa volta veramente)?
Ho in mente
fiori di vetro che potrebbero
morirmi
in bocca.
Le loro urla potrebbero
accecarmi.
Ma parole sciupate come
eleganti abiti consunti,
o miseri ceri borghesi,
sorrisi che si staccano:
quelli non te li darò,
mai.
Arrampichiamoci
allora
sulle speranze:
è dolce leccarne
una a una,
come stazioni di vie crucis,
come perle di un Santo Rosario,
come i tagli che m’ha fatto il vento,
come attraversare mille città
che ho già visto e che
tu
hai tutte quante
in quello sguardo che
conosce l’azzardo.
(…)
L’avessero fatto coi pezzi del mio
Cuore quell’altro d’autunno.
(…)
L’avessero fatto con quello che non Le ho
detto.
(…)
Se non mi sentissi come una giostra che non va
più.
O mai abbastanza.
Se.
Maledizione,
se.

(…)
Se non si fossero scordati il mio
nome.
(…)
Potresti chiamarmi
Uomo.

9 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Godeteveli tutti questi versi notturni,come se fossero le vostre migliori puttane,a buon prezzo.W il mercato e noi, e il popolo.Lì sta la Verità,che alla fine(ve lo svelo ma non ditelo a nessuno): è Niente o per i più, quasi Niente.
Buona giornata ragazzi,la rivoluzione portatevela nel respiro e donatela a chi amate.
Ordinanza 342/34,
il Sindaco Di Budapest.

Anonimo ha detto...

"Questi versi sono figli di camminate sbilenche", scrivevi...è proprio il senso di questa meraviglioso Poesia..
Davvero, questa la trovo meravigliosa..
Autenticità pura, indiscreti versi, luccicose libere parlate...
Un tango Poetico, una filastrocca sulla bellezza sarcastica del presente(che ognuno soffre dinnanzi i propri occhi...la luce che cade da un grattacielo in corsa...)

Luce che cade, da un grattacielo in corsa!

daventi ha detto...

fantastica!
posso solo applaudire!


...

mi sento anche io come una giostra che non va più...
non va più di moda ormai!
lode al mio sindaco preferito!

Anonimo ha detto...

Grande spaccato fratellone. La fine sta sempre nel riso,è a tratti volutamente confusa,come può essere la vita di un uomo zingaro e solo,senza che nessuno ricordi il tuo nome. Mi viene da aprire un altro tema. Il nome è così importante?o basta essere uomo?

Da oggi riprende il Gambero Rotto:
Le Coquetel per mercoledì 24 allo spettacolo dei mobilieri Ceres da 66cl doppio malto 2euro,briscola assicurata.

Anonimo ha detto...

la rivoluzione portatela in piazza,non nel respiro.

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Chi vuole può scaricare l'mp3 di questa poesia recitata magnificamente dal Lorenzo Alberto Paolo Balducci nella sezione Download.Ha circa due ore di vita.E' in preparazione inoltre il video della medesima lirica,con la regia di Andrea Galli,ulteriore onore.Grazie a tutti per le belle parole.

Berto ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Berto ha detto...

ciao Bacco,
la news e stata spedita ai miei contatti, sempre disponibile...

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo sull'accellerazione perchè meno legata con un testo del genere che a mio parere non deve creare ansia. Una lettura più lenta, permette la cosa più importante il testo che è davvero squisito,è un pezzo davvero prezioso,invito tutti a rileggervi bene il testo, senza fronzoli.