martedì 16 ottobre 2007

Giorni in veste antica: Gaio Valerio Catullo.


Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior


Ti odio e ti amo.
Come io ci riesca, ti chiederai
forse.
Non lo so, ma è questo che sento e
questa
la croce.

17 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Una perla di venti secoli fa,da me liberamente tradotta,non letteralmente.Si scatenino i latinisti.
Buona giornata splendidi/e.

Anonimo ha detto...

Ho scoperto perchè nn ho mai voluto studiare il latino...
Meglio ignoranti, che adorare il banale....Questi poeti erano super borghesi e super nobili, perchè lo facevano di lavoro, partivano dal presupposto che la loro bravura stava nell'interpretazione dell'amore come ragione di vita....

Beati loro, probabilmente nn avevano affitti,mutui,bollette,mancanze di denaro varie....

E' questo che sento,
ed è per questo che porto la croce!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Catullo, a mio modo di vedere, ha scritto versi migliori di questi (tanto per fare un esempio, "quei giorni passati a raccogliere il vento, a chiederti un bacio e volerne altri cento"). Cmq, se devo dire la verità, nemmeno io sono un grande amante della poesia latina non tanto per una questione di condizione sociale dei poeti del tempo, quanto perchè sono assolutamente convinto del fatto che i latini, dal punto di vista umanistico, valessero nel complesso molto poco (e Catullo insieme a Orazio e Ovidio ne è una grande eccezione).
Roma è andata avanti sul diritto e sulla guerra e non ha avuto poeti rivoluzionari (e in questo sono d'accordo con Johnny).
Tutta un'altra considerazione ce l'ho invece per i poeti dell'Antica Grecia, cultura di gran lunga più legata alla letteratura.
Cmq è importante conoscere i poeti antichi e gli scritti (anche teologici) antichi per comprendere i poeti più vicini a noi (ad esempio il mio amato Baudelaire non sarebbe comprensibile senza alcune nozioni sulla Bibbia e sulla poesia Omerica).
Un bacio a tutti, in particolare al poeta profeta.

Fabio Paolo Costanza ha detto...

banale questo?!Odi et amo...Lo sembra perchè dopo lo hanno imitato in migliaia,ma siamo indietro di duemila anni,quando la maggior parte della gente andava in giro più o meno con la clava,e Catullo è stato il primo ad affondare nelle contraddittorietà dell'amore,ad indagare l'Io da una prospettiva che nessuno aveva avuto la capacità/profondità di adottare.Contestualizziamo i versi,di un poeta non conta la biografia,ma le opere,altrimenti non leggeremmo componimenti,ma diari.E sarebbe un po' come svilire i versi.
Comunque apriamo il dibattito: Poesia antica e Modernità.

Fabio Paolo Costanza ha detto...

p.s.in novembre ci sarà la settimana dedicata ai poeti rivoluzionari("giorni rivoluzionari"),di ogni tempo,secondo voi naturalmente.Mandatemi le poesie che secondo voi hanno più sconvolto il mondo o i vostri occhi quando le avete lette.
Un bacione grandiosi cantautori.

Anonimo ha detto...

Io che pure ormai amo tutto altro genere di poesia,non mi d'accordo.Inanzitutto quando si parla di poesia latina è d'uopo parlare di autori perchè è uno spazio molto ampio. Oggi parliamo di un uomo che nella sua vita vedrà la dittatura di Silla, la rivolta servile di Spartaco,la coniura di Catilina,il primo triumvirato(non la terza repubblica italiana),e sfiorato la guerra civile.Quindi una visione di fatti che seppure in un otium letterario noi ce la sognamo.E' chiaro che problematiche e tematiche sono diverse,nemmeno io amo l'agiatezza di stampo borghese,ma necessario è contestualizzare.Sono figlio di queste radici classiciste,ed in tanti pezzi devo dire che mi ci ritrovo.Stile di vita differenti,ma francamente anche molti dei poeti cui ci ispiriamo non hanno mai fatto un cazzo di lavoro nella vita.La fortuna di poter viver un ozio non toglie necessariamente i drammi interiori.Per quanto riguarda la poesia odierna è un must per noi vecchi classicisti,ma rappresente l'incoscienza di una determinata situazioni.Amare e odiare insieme, nessuno prima lo ha mai detto,tanto che la passione in latino non ha un vero e proprio termine è un furor (eneide-didone).

Basta con la pazzia,sventurato Catullo.
E ciò che vedi morto imparalo perduto.
Ci sono stati giorni splendidi,nel sole.
E andavi dove lei ti conduceva,
l'amata come non sarà nessuna,e avvenivano cose deliziose
che tu volevi e lei non disvoleva.
Davvero giorni splendidi nel sole.
Ora non vuole più. Dunque anche tu
non volere.Non inseguire ciò che fugge,o uomo senza freno,non vivere infelice.
Sii ostinato,Catullo,sii deciso.
Addio ragazza Catullo è deciso,se non vuoi non ti cerca,non ti chiede.
Però ne soffrirai,se non ti cercano.
Sventurata che vita ti rimane.
Verrà qualcuno?e ti vedranno bella?e l'amore?dirai più 'sono sua'?
Bacerai?Morderai le labbra amate?
Catullo sii ostinato,sii deciso.

CARME 8

Anonimo ha detto...

...io l'ho detto anche ieri che le mie opinioni riguardano l'adesso e le poesie,quella di oggi(quella di ieri meno)sono belle se contestualizzate, ma sicuramente nn capolavori!!!!!!!!!!!!!

Tanto è vero che se fossero capolavori dovrebbe esserlo anche:

"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"

e per me nn lo è per un cazzo!

Cmq le sventure vissute duemila anni fa nn mi interessano, perchè se dite di dover contestualizzare le poesie e io lo faccio, BISOGNA PER FORZA CONTESTUALIZZARE ANCHE LA VITA, I DOLORI E I CAZZI AMARI...e a fare a garacon quelli di 2000 anni fa, io sarei pronto subito!

Perchè,Catullo si prendeva gli psicofarmaci?
Catullo aveva bisogno di svariati vestiti, scarpe, giubbotti?
Catullo doveva pagare acqua luce gas?La casa?
La macchina, le varie assicurazioni....Le guerre ci sono anche da noi, e molto vicine da sentirne il rumore...
Qui abbiamo già quelle interne delle nostre zozze politiche...
...................


Gregoryt Corso Ha cambiato il mondo, Rimbaud ha cambiato il mondo.............Pasto Nudo di W.B. è il miglior romanzo mai scritto, 33333087 mila volte meglio di Nizche(o come cazzo si scrive nn mi ricordo)............

Certe cose indelebili ci sono, poi la società nn si può rivoluzionare totalmente,....

Ciao Fratelli

Anonimo ha detto...

I poeti latini non avevano alle loro spalle secoli di evoluzione culturale come hanno avuto Dante, Ungaretti e Montale (ne cito tre a caso), la stessa cosa vale per i greci. Spesso i loro versi si possono considerare archetipi di sensazioni umane che solo più tardi verranno approfondite fino alla nausea e al patetismo.

Io credo che questi versi siano stupendi perchè sono un punto di partenza: per la prima volta nel I secolo avanti Cristo la società romana passava da una cultura della terra e della guerra ad una più sensibile del libro e della poesia libera, non legata a tragedie etc...
Per noi può essere facile scrivere o parlare di poesia con duemila anni di libri e canzoni da cui prendere ispirazione, per uno come Catullo no di certo.

A parte il fatto che questi sono tra i suoi versi più semplici bisogna considerarlo grande anche perchè per primo ha avvicinato alla società romana più bassa il linguagio poetico, rendendolo accessibile a tutti e permettendoci di capire le differenze tra il latino istituzionale che studiamo e quello quitidiano del popolo, che Catullo usa.
E' senz'altro uno dei primi 'dandy' e le caratteristiche le ha tutte: vigliacco, alcoolizzato, paranoico d'amore, finto povero con tre ville sparse per l'Italia.

A noi che fin da quando siamo nati abbiamo qualcuno che ci pulisce il culo e che ci fa trovare la pappa pronta tre volte al giorno sembra banalità, ma in quel tempo PER LA PRIMA VOLTA in tutta la storia di Roma si parlava d'amore come lo intendiamo noi...ovvio che non poteva scrivere un 'Ovunque proteggi' o un testo degli Afterhours.

Concludo sostenendo a gran voce che la poesia è pura e cruda libertà di espressione scritta.

Anonimo ha detto...

I poeti latini non avevano alle loro spalle secoli di evoluzione culturale come hanno avuto Dante, Ungaretti e Montale (ne cito tre a caso), la stessa cosa vale per i greci. Spesso i loro versi si possono considerare archetipi di sensazioni umane che solo più tardi verranno approfondite fino alla nausea e al patetismo.

Io credo che questi versi siano stupendi perchè sono un punto di partenza: per la prima volta nel I secolo avanti Cristo la società romana passava da una cultura della terra e della guerra ad una più sensibile del libro e della poesia libera, non legata a tragedie etc...
Per noi può essere facile scrivere o parlare di poesia con duemila anni di libri e canzoni da cui prendere ispirazione, per uno come Catullo no di certo.

A parte il fatto che questi sono tra i suoi versi più semplici bisogna considerarlo grande anche perchè per primo ha avvicinato alla società romana più bassa il linguagio poetico, rendendolo accessibile a tutti e permettendoci di capire le differenze tra il latino istituzionale che studiamo e quello quitidiano del popolo, che Catullo usa.
E' senz'altro uno dei primi 'dandy' e le caratteristiche le ha tutte: vigliacco, alcoolizzato, paranoico d'amore, finto povero con tre ville sparse per l'Italia.

A noi che fin da quando siamo nati abbiamo qualcuno che ci pulisce il culo e che ci fa trovare la pappa pronta tre volte al giorno sembra banalità, ma in quel tempo PER LA PRIMA VOLTA in tutta la storia di Roma si parlava d'amore come lo intendiamo noi...ovvio che non poteva scrivere un 'Ovunque proteggi' o un testo degli Afterhours.

Concludo sostenendo a gran voce che la poesia è pura e cruda libertà di espressione scritta.

Anonimo ha detto...

Sfida a Bacco:

Odio e amo.
Forse ti chiederai come faccio.
Non so, ma è questo ciò che sento e che mi cruccia'

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Baccus contra Silverium:

T'amo ed odio.
Come posso ti chiedi forse.
Non so, ma m'accade e mette in croce.

p.s.Voglio una ragazza dai capelli rossi.L'ho sognata e devo averla.
p.p.s. Memento audere semper.

Il Mio Cizio Inutile ha detto...

Vaccaputtana, menomale che non ho studiato e ignoro!!!!

Anonimo ha detto...

Proposta (anche se mi sto orientando al grecismo)

Odio, e amo.
Forse ti chiedi come.
Io non lo so,
ma sento che accade,
e mi uccide


MA COME SON BELLE LE LOCANDINE!
E COME E' BELLO PAGARLE POCO!!!
(picciunare padrona - e cliente già che ero lì - rende)

un saluto gibilterriano in fieri

Anonimo ha detto...

mi unisco anche io alla bagarre latinista.

Odio e amo.
Ma come,dirai.
Non lo so,
sento che avviene
e che è la mia tortura.

daventi ha detto...

Odio diretto all'amore.
Per la quale ho produzione ,
forse verso una ricerca.
Verso l'essere ignorante ,
o solo essere fatto
per sentire
e indirizzato al tormento.



sono andato fuori tema!

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Domani facciamo la stessa cosa col sanscrito,scherzo...
Dove sono le ragazze con i capelli rossi sotto questo sole?Forse dietro la luna?
Fuori c'è una notte bellissima da abbattere, cari abitanti ed amabili abitantesse di Budapest.Armiamoci di bottiglie e lucciole,tarallucci e vino,santi e puttane che c'è da lavorare e c'è da amare,non imbrunire ma festeggiare...stappare,soprattutto.Arriva l'inverno,alziamo i petti e sveniamoci con vini e poesie,sigarette e parole,carezze e clamori da far provare invidia al cielo.Basta,sono euforico e logorroico,divertitevi dunque

Anonimo ha detto...

Rimanendo nella bagarre io terrei 'excrucior' come verbo nella traduzione, al medio, visto che parla di stati d'animo. Poi ogni traduzione qui proposta rende molto bene l'idea.

Stasera non ho voglia di uscire, neanche di bere. Questo è quello che sento ed è la mia croce dal moment che quando esco con questo stato d'animo poi faccio le 5 e torno infradiciato.

Bevo e bevo.
Ti chiederai come ci riesca.
Non lo so, ma questa è la mia indole e la mia fortuna (felix)