domenica 7 ottobre 2007

La domenica poesia d'autore: Guido Gozzano


Da "I sonetti del ritorno"

O Nonno! E tu non mi perdoneresti
ozi vani di sillabe sublimi,
tu che amasti la scienza dei concimi
dell'api delle viti degli innesti!

Eppur la fonte troverò di questi
sogni nei tuoi ammonimenti primi,
quando, contento dei raccolti opimi,
ti compiacevi dei tuoi libri onesti:

il tuo Manzoni... Prati... Metastasio...
Le sere lunghe! E quelle tue malferme
dita sui libri che leggevi! E il tedio,

il sonno... il Lago... Errina... ed il Parrasio...
E in me cadeva forse il primo germe
di questo male che non ha rimedio.

2 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

La metafora del crepuscolo voleva indicare una situazione di spegnimento, dove predominavano i toni tenui e smorzati, di quei poeti che non avevano emozioni particolari da cantare se non la vaga malinconia, come scrive appunto il Borgese ,[1] "di non aver nulla da dire e da fare".
Il termine "crepuscolare" iniziò così ad essere usato dalla critica per delineare quel gruppo di poeti che, pur non costituendo una vera scuola, si trovavano concordi nelle scelte tematiche e linguistiche e che, soprattutto, rifiutavano qualsiasi forma di poesia eroica o sublime.

Anonimo ha detto...

Gozzano pièzzecore,è stato il mio migliore amico tempo fa.