giovedì 11 ottobre 2007

Poesia del giorno: Marina Minet


Sfondi (IV) (in)versi


Ricordo di una stanza impervia

E di una fibra gialla fra le mani

– abbandonata -

Che spinse la memoria ai greggi stati

Caldo impiglio poi indossati



Un tavolo murato, ricettario

Pretenzioso all’esile preghiera

Tabulava consolando

L’urgenza d’impropri risvegli.

Due biro scarso inchiostro

E un verso nato in causa

D’ostili piegamenti all’invadenza



Le mura in lamentela

Riverite soglia

Scortavano l’effluvio dell’incanto;

E l’eccedenza puerile:

Grondante e scialacquante delta

Scolpiva la nozione da cucire

Scarmigliando a filo teso

L’ansia attecchita d’opinione



Un calendario pensile, ingiallito

E a nudo il grezzo autunno insofferente

Col sole stemperato

Sfregava brusco al miele la colata



Gustai la migrazione del cremisi

La fitta molesta – l’inverno impensabile

Scultura a sapersi sbiadendo:

Plasmava pazientando

Il senso ucciso

Che apprese l’insapore

4 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

A voi Marina Minet ed i suoi versi onirici.Decisamente suggestivi,anche se non facili.Ricordo nella sezione Download l'mp3 di "Lamentazioni di uno zingaro" ed annuncio che la prossima settimana il blog si dedicherà alla poesia antica:ogni giorno versi su amore,vino e morte tratti dall'Antologia Palatina.Di tanto in tanto fa bene uno sguardo al passato.
Buona giornata signori e signorine.

Anonimo ha detto...

Straordinaria Minet, e viva gli epigrammi!
Evviva le donne evviva il buon vino

Anonimo ha detto...

"[...]l'amore ancora nessuno ha capito se rende felici,tristi o pagliacci."
Matteo, hai tirato fuori da quel cilindro lustro che hai dentro al petto le parole migliori

un inchino
L

daventi ha detto...

belle parole.. difficile la comprensione.
comunque complimenti per il lessico, molto vario e ricercato.