Poesia del giorno: Erminio Giunta
Walking back again
Cullami madre
ribelle e ubriaca
breve è la sosta
prima del ritorno
a una patria diversa
a una casa lontana
a una terra che oggi
mi chiama per nome.
Accarezzami i capelli
con dita di vento,
lo vedi madre
che stanno crescendo?
Ben presto potrai afferrarli
lontana come sei
e posarci parole
che arrivino a me
come segreti appena sussurrati.
Ma ora non guardarmi,
madre ribelle,
madre ubriaca,
mentre goffo ed incerto
muovo i miei passi
verso un mare
profondo e lontano.
Dimenticami ora
almeno un momento
che io sia soltanto
un ombra perduta
una lagrima solitaria
che cade nel Clyde.
9 commenti:
Questa poesia è meravigliosa, come la notte milanese appena trascorsa, densa di poesia pura come nemmeno la cocaina colombiana.
A te Naviglio,cin cin.
Molto profonda...come se le parole fossero scandite da un moto di corsa incestante e professione, di una decisione umana di vita senza confini di tempo.
Come se dicesse "aiuto" ma senza lamento, con dignità e soffice voglia di sentire ancora un'emozione che nn vale più come la volta precedente...
.....Corro a lavarmi con le pompe idranti dell'autojet, ieri ho baciato un pesce-gatto!.......Che SCHIFO!
LE MEZZE SCHIFOSE DOVREBBERO STARE A CASA!
johnny latin lover!!
la vita è come una calzamaglia, è verde.
la vita è come una calzamaglia, è verde.
Ieri sera mi è capiutato di assistere alla lettura di una poesia di OTTO ed è stato veramente spettacolare....Lui a recitarla è stato allucinante e le parole sudavano, sudavano, sudavano...
Grande OTTO!
Mi spiace essere obbligato a perdermi qualche vostra serata.
Ho un amico valtellinese di nome Gieims Giois che ha appena scritto una raccolta di racconti interessantissimi intitolata: "Gente di Dubino-SO-". Magari potreste fargliene leggere uno in piazza a Modena, lui è disponibilissimo e in più sa fare molto bene i Pizzoccheri.
Ora una cosa seria: boicottiamo quel fottuto figlio di mignotta e pseudo-artista di Guillermo Habacuc Vargas; che la fame e la sete lo conducano ad una morte lenta e atroce!!!!
Mi sembra anche giusto far notare che è la prima poesia non anonima
di Alvaro de Campos!
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