giovedì 28 febbraio 2008

Poesia del giorno: John Sbranza

Moti di ribellione

Incrocio occhi rassegnati al lavoro di
tutti i giorni
masturbazioni a domicilio
senza dovere guardare
e murales insaporiti d’arte varia
che non hanno spessore locale
Cerco la possibilità d’evadere
ma la trovo solo bevendo
.. così mi diverto!
Ma che cazzo di gioco è
l’insensibilità?
Vorrei parlare d’immigrazione
e proporre un’idea di politica
aziendale rafforzata
provare a consentire l’accesso
di camion a rimorchio nel centro del paese
per bloccare tutto
e mangiare in compagnia
ballare cantare
e disturbare Gli inquieti
tutta la notte
Vorrei che ci fossero più puttane per strada
e le mie amiche in vetrina per vedere se poi magari
è meglio così
Distruggere l’incredulità delle persone e dei conoscenti
con frasi e modi di pensare diversi e NN conformi
arrotondare lo stipendio bruciando auto municipali
per fare capire allo Stato che lo stipendio non basta
Diventare sordo e cieco
per avere un motivo reale che faccia davvero compassione
Ungermi di dolore …
a no!Scusate!
Questo l’ho già fatto!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

questa è la risposta al dialogo apertosi ieri. Questo è un pezzo incredibile, mai banale, sfacciato, caldo.Lo scusate finale assume un grande significato. Nella lotta alle convenzioni,il chiedere scusa per aver fatto un qualcosa che ci si aspettava ma non troppo.Questa è poesia per me, verve vera,pochi artifizi.
E' bello mangiare e bere in compagnia e a volte è difficile distinguere puttane ed amanti.
Sei vicino alla gente John e non sai neanche quanto.

GAMBERO ROTTO: ENOTECA RIZZI, VIALE DELLA REPUBBLICA (Non ricordo il numero, ma lo riconoscete per una grossa botte fuori).
Bonarda 5 l 8euro
Vermentino di Toscana 5 l 6.50
Tante le botti, portatevi il boccione da 5l e vi sarà riempito. La qualità è molto buona

ALE O

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con ale...
questa poesia è molto bella, e john ha uno stile unico e ricco di emozioni!
grende john!

buona giornata a budapest

Anonimo ha detto...

Tralasciando questioni critiche, dal momento che solo adesso ho riacquisito coscienza di me dopo la lunga nottata, un piccolo commento:
molto bello lo scarto che si crea fra lo squallore quotidiano tutto reso e incentrato sulla visibilità(perchè probabilmente, anzi sicuramente,manca la profondità restando la sola percezione visiva)
e la serie di improbabili vorrei, che vengono legati dal bere, che si pone come forte motivo e forse unico distacco dallo squallore e che rilancia la serie dei vorrei.
All' irrealtà delle soluzioni proposte ecco presentarsi l' unico eleento sfortunatamente vero, l' ungersi di dolore, che come notava ale, riverbera il suo valore in quello scusate.
Scusate perchè l'unica rivalsa possibile non investe il quotidiano in maniera "sovversiva", ma travolge sistematicamente se stessi. E perchè allora scusate?

MIchele