domenica 9 dicembre 2007

La domenica poesia d'autore: Gabriele D'Annunzio


La pioggia nel pineto


Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani

ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

7 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Onore al Vate.Questa l'ha scritta quando ancora ragionava.
Siamo in Toscana,il poeta e la sua donna(Eleonora Duse) si abbandonano al piacere delle sensazioni con un’adesione così totale che a poco a poco subiscono una metamorfosi fiabesca e si trasformano in creature vegetali.
A Marzo tutti al Vittoriale.Ricordo quando andammo sotto il mausoleo e pensammo alla Dalmazia irredenta.

Anonimo ha detto...

La trasferta bolognese è finita mezz'ora fa e già ho voglia di bere!Forse Bologna non mi ha fatto bene bene...
E a proposito di trasferta,ricordo con molto piacere,e con una lacrima di commozione a solcarmi il viso il viso,quella che portò me,ale e altri 3 indementicabili amici in visita al vittoriale.Grande giornata.
E ovviamente grande poesia,quella che circa 6anni fa mi fece innamorare del Vate.

Anonimo ha detto...

Semper Purus Mazzo hai dimenticato che l'oste dopo aver inseguito la gente facendo la cornacchia,scelse te come vittima e me come indomabile aiutante per impedirti di deliziare con la tua tiepida pioggia dorata le mura della Dotta per metri e metri e costringendoti a mostrare alcune parti di te a del pubblico non pagante...che fortunatamente era composto da poche unità...

SEMPER LERCIUS CRI

daventi ha detto...

GRANDE D'ANNUNZIO MI PIACE ASSAI QUESTA POESIA, MI FA VENIRE IN MENTE GLI ESAMI DI MATURITA' QUANDO LO PORTATA NELLA TESI

BUONA GIORNATA A TUTTI


SALUTI

Anonimo ha detto...

Dopo un pellegrinaggio perequativo alla Sua dimora ultima la mia mente partorì 'Ardito', un umile dono a questo poeta terrone che è riuscito a vivere tutta la vita a scrocco. Omaggi.

Anonimo ha detto...

Miliardi di milioni di anni fa è nata la prima (credo prima) collaborazione tra me e il Sindaco
alla corte del cotone qua a Seregno
Spettacolone multimediale con esposizione dei quadri di MarinaMasneri, i Garage, e il vecchio zio Lois + Il Bellissimo Bacco al piano
Abbiamo letto solo ed esclusivamente la Pioggia nel Pineto, uno dei momenti più coinvolgenti e sacri della mia vita

Anonimo ha detto...

Sì era la prima Lois, me lo ricordo bene perchè il sindaco di Seregno ero io ai tempi.