domenica 2 dicembre 2007

La domenica poesia d'autore: Edgar Allan Poe


Peana


Come sarà letto il funereo rito?
E intonato il solenne canto?
Il requiem per la morta più amabile
che mai sia morta così fanciulla?

Gli amici hanno a lei gli occhi rivolti
e alla bara sfarzosa,
e piangono! – Oh, disonorare
con una lacrima la beltà di lei!

Essi l’amarono per la sua ricchezza –
e per il suo orgoglio l’odiarono.
Ma ella crebbe debole, fragile,
ed essi l’amano perché morì.

Mi dicono (mentre bisbigliano
del suo «manto ricamato e costoso»)
che la mia voce è ora più flebile –
che non dovrei cantare anch’io.

O che dovrebbe il mio tono
al solenne canto armonizzarsi
così dolentemente – dolentemente,
che non ne riceva offesa la morta.

Ma essa è andata lassù,
con la giovane Speranza al suo fianco,
e io son ebbro d’amore
per lei morta, che è mia sposa.

Per la morta – morta – che giace
là, immobile e sola,
con la morte sugli occhi serrati
e la vita sulle tenere trecce.

Di giugno morì – nel giugno
della vita – bella e amata;
ma non morì così presto,
né con così sereno aspetto.

Da gente che è in terra più che diabolica
la tua anima, Elena, si distaccò,
per unirsi alla beata allegrezza
di schiere più che angeliche in cielo.

Per questo, a te, questa notte,
io non canterò un requiem,
ma nel tuo elevarti vorrò seguirti
con un peana d’antichi giorni.

2 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Buona domenica signorine e signori. Se dovete guardarvi un film, consiglio "Ti do i miei occhi" di una regista spagnola di cui non ricordo il nome.
Besos.

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Buona domenica signorine e signori. Se dovete guardarvi un film, consiglio "Ti do i miei occhi" di una regista spagnola di cui non ricordo il nome.
Besos.