venerdì 23 novembre 2007

Poesia del giorno: Paolo Ornaghi



RAISING HELL


C’è la notte silente di pece
C’è il non essere presente che cresce
E l’Inferno sempiterno della disunione disuguale.
Sento fermento e lo trattengo a stento
E mi visita il Demonio travestito d’amicizia,
camuffato di carezze, di dolcezza.
E ceno con Satana tra le fiamme dell’ipocrisia
E adunghio l’Inferno dall’interno del mio sterno
E Sant’Iddio lo sento pure venir dall’esterno
fatto di sfottò, fatto d’usufrutto, disfatto d’inutili parole,
rapporti che non sbocciano e incancreniti appassiscono
marci in schizofreniche stagioni d’escrementi.
Adunghio l’Inferno, lo raggiungo per Dio
Ed è un mare senza pesci in assenza di suoni
ed i pochi che senti, che vedi
son falsi e non buoni.

E gli inferi e i miei Demoni son qui sacramento di Dio!
Nel silenzio di pece, nell’assenza di suono
mi passeggiano a fianco,
mi stringono le mani, mi baciano, carezzano e sorridono
nello scontento del nostro inverno,
nella falsità che inchioda
e mentre ricambio ignaro d’Inferno,
gli passo oltre e ne schiaccio la coda!

6 commenti:

Fabio Paolo Costanza ha detto...

C'è un sangue amaro in questi versi.
C'è.
C'è Bentornato Paolo Ornaghi.

Anonimo ha detto...

...in questi versi c'è una voce che non tace...
gli occhi oltre le apparenze.
C'è la consapevolezza del sudicio ingranaggio su cui-spesso- si regge il senso di noi e degli altri.
C'è il sorriso amaro e la dotta verità, lama che rinfranca.

Complimenti

Irene L.

Anonimo ha detto...

la mia personale risposta al purgatorio di sbranza
la mia personale analisi e messa in scena dell'autunno più freddo della mia vita

Paolo

www.pornaghi.it

Anonimo ha detto...

Lessicalmente pretenziosa e scomposta, goffa nel ritmo, ma il tema è forte e tragico e forse ne ha influenzato la stesura
Non la migliore pubblicata su questo blog ma interessante comunque
I miei complimenti a fabiopaolo costanza

Fabio Paolo Costanza ha detto...

Grazie Mario,sei molto gentile.
Il vezzo lessicale,che denota cura e passione per ogni singola parola, è un po'la cifra della scrittura di Paolo Ornaghi(non a caso la sua sezione all'interno del volume "Canti dai Mobilifici" si apre con la dicitura "Il vizio delle parole"), però io vi ritrovo sempre un intento carnale, un'attitudine "Metafisica" volta a cogliere l'essenza di ciò a cui il poeta si approccia.Questo è ciò che di lui più mi piace e che,a mio personalissimo avviso,emerge vivido da questa lirica tenebrosa e scalpitante.
P.s.Il cielo della Brianza oggi sembra un uomo che affoga,che qualcuno ci protegga.

daventi ha detto...

....
Sento fermento e lo trattengo a stento
E mi visita il Demonio travestito d’amicizia,
camuffato di carezze, di dolcezza.
...

che versi!
sono molto belli!
mi hanno colpito parecchio
grande paolo
sei tornato piu in forma che mai!
continua cosi

e mentre fuori piove tiriamo sera!
fino al nostro tramonto...